OVERWATCH: l'amore fra culi e proiettili

Da una così mi farei ammazzare anche 10 volte (cosa molto probabile dato il personaggio)
Chi ci segue dagli inizi lo sa, non ho perso occasione di ripeterlo nel corso degli anni: non sono e probabilmente non sarò mai un fan degli sparatutto in prima persona. Non sono nemmeno tanto capace se vogliamo, e spesso mi ritrovo frustrato e mazziato sotto di millemila punti rispetto a quelli che, probabilmente, sono dei ragazzini molto più giovani di me. Eppure. Eppure. EPPURE. Posseggo molti più sparatutto in prima persona di quanti non direste, e li ho giocati tutti, divertendomi pergiunta. Posso spiegare. O meglio, i titoli stessi che posseggo ed ho apprezzato appartenenti a tale genere possono spiegare per me.


Bioshock 1 e 2, Bioshock Infinite (nella mia personale top ten di tutti i tempi), Halo 3 ed Halo 4, Destiny. E poi ancora la saga di Dead Space, Borderland e Star Wars Battlefront. Lasciando da parte acquisti affrettati e dei quali non è che mi sia pentito, ma insomma, quasi (coffcoffSTARWARSCOFFCOFF) noterete di certo come i miei gusti avessero trovato una sorta di assestamento, un accordo onesto con il genere FPS: dammi una bella trama, magari meccaniche interessanti, ambienti belli da vedere o comunque un motivo valido per farmi andare oltre la mia naturale repulsione (ed inabilità) per il genere, e farò finta che tu non sia un FPS.



Poi, nella mia vita di giocatore solitario, amante dei GDR, incallito sui Souls e sui The Legend of Zelda, grazie ad alcuni amici e ad una accresciuta percezione delle cose, per la quale devo ringraziare VOI che leggete questi articoli e che guardate i nostri video, spingendomi a testare, provare, assaggiare, insomma, grazie a quella che potremmo definire una MATURAZIONE del mio io, mi sono spinto oltre. Ed ho provato TEAM FORTRESS. La recensione che entusiasticamente redassi quella volta la potete leggere QUI. L'emozione e l'adrenalina di trovarsi canna a canna contro altri giocatori reali, in un ambiente gradevole da guardare, sebbene non fotorealistico, aiutato dai tuoi amici della squadra mentre conquisti un punto di controllo o semplicemente abbatti quanti più avversari possibile, erano cose del tutto nuove per me. E ne fui sopraffatto. Risultato: Team Fortress 2 mi piacque terribilmente. Grazie a quell'esperienza, sono poi stato in grado di apprezzare e divertirmi con titoli quali FISTFUL OF FRAGS (free to play che consiglio a TUTTI), GMOD, ed in generale con tutti quei giochi esclusivamente multiplayer che fino ad allora non avevo nemmeno degnato di uno sguardo, sbagliandomi. Grazie a quell'esperienza, ho scaricato senza indugio OVERWATCH, la beta, ed ho trovato un nuovo amore.


Restando fedele ai miei principi, nei giochi multiplayer che provavo ho sempre voluto ricercare abbastanza selettivamente una ragione chiave che mi spingesse a divertirmi NON SOLO in quanto ci stavo giocando con degli amici (cosa che CREDETEMI trasforma ogni esperienza di gioco in uno spasso) ma anche perchè IL GIOCO RIUSCIVA A LASCIARMI UNA VOGLIA: la voglia di continuare a giocare. Che fossero gli scalcagnati personaggi e le ambientazioni fumettosissime di Team Fortress 2, il mio amore profondo per il vecchio West con Fistful of Frags e via dicendo, dovevo e devo ancora trovare in ogni gioco di questo tipo quel particolare che mi faccia dire "ok, sotto un'altra!". Ebbene, OVERWATCH MI HA DATO, pur nella sua attuale incompletezza, BEN PIU' DI UN SOLO MOTIVO. Andiamo con ordine, come sempre, e diciamo, per addormentare gli entusiasmi che OVERWATCH NON E' UN BEL GIOCO. O meglio, lo è, ma non lo è per tutti, non lo è TANTO QUANTO avrebbe potuto esserlo. E' una buona parte di un bel gioco per tutti, è un frammento di un universo come solo software house pari a Blizzard riescono a costruire, pezzo dopo pezzo. Un frammento che personalmente mi ha divertito MOLTISSIMO, ma pur sempre un frammento.

Ryuu ga waga teki wo kur-ah no aspè
Overwatch nasce dalle vestigia di un altro progetto Blizzard decaduto, un MMORPG di nome TITAN, il cui sviluppo fu interrotto nel 2014. Data la cura che è stata riposta nei personaggi di Overwatch, non è difficile pensare che le storie e quindi l'anima di Titan siano penetrate nell'ultima release Blizzard. Ognuno dei 21 character giocabili di Overwatch, pur non essendo presente ALCUNA MODALITA' SINGLE PLAYER CAMPAGNA, nemmeno nel gioco finito, è riuscito a raccontarmi la sua storia attraverso frasi, atteggiamenti, animazioni facciali cartoonesche davvero degne di nota, e, più in generale, con una apparenza estetica ed un design studiati in ogni minimo poligono. Certo, un bell'aiuto lo da la signora Blizzard, che come qualità della computer grafica non è seconda a nessuno, nemmeno a Pixar probabilmente (quando lo tiriamo fuori un film animato e non quella cagata di film che esce a giugno?). Tramite un fitto, ed in futuro indubbiamente ancor più labirintico proliferare di video, corti, persino fumetti dedicati ai personaggi di Overwatch ha edificato un castello di LORE dall'indubbio potere evocativo. Alla luce di ciò, mi sono letteralmente spezzato in due. Una parte di me vorrebbe, brama, desidera di sapere di più sui vari personaggi, e si strugge per la mancanza di una CAMPAGNA, che avrebbe donato al titolo Blizzard una completezza che ora non possiede, allontanando al contempo le malelingue (ora ne parliamo va...). Dall'altro lato però, un piccolo me dichiara fermamente che tutto questo desiderio e brama di scoprire, provengono proprio da questo sottobosco immaginifico che dice e non dice, e dunque relega la storia di Tracer, Widowmaker, Soldato ecc.ecc. a restare LORE, mai espressamente narrate, frammentarie. E perciò così attraenti.


Abbiamo parlato di malelingue. Ebbene, a pareggiare il conto con tutti coloro che la lingua la avevano impegnata a penzolare fuori come manco in una puntata di Ciao Darwin, di fronte alle generose curve dei personaggi femminili di Overwatch (Widowmaker, il mio cuore appartiene al tuo sedere) ci sono coloro che si sono duramente accaniti con Blizzard, millantando un suo, pur probabile se non certo, tentativo di insinuarsi nel mercato danaroso degli E-SPORTS con un gioco piatto e banale, per nulla ispirato (sempre a detta loro) e che altro non è se non lo scarto dello scarto dello scarto di ciò che Titan avrebbe potuto essere. La natura del titolo dà, purtroppo, in parte loro ragione: zero campagna, relativamente poche arene, dotate spesso di elementi riciclati e con aree inspiegabilmente non raggiungibili (mentre giocavo sono caduto da così tanti tetti sui quali il gioco non mi faceva stare che ho perso il conto. Perchè?? Se me lo fai raggiungere fammici stare sopra no?), personaggi CHIARAMENTE VOTATI AL FANSERVICE, fra samurai robotici giapponesi, robottoni autoguidanti carrarmatici, robottoni guidati da tettone, tettone senza robottoni, sederi che parlano e visini angelici che sembrano urlare CHIAVAMI MALE. Dulcis in fundo una grafica debole, ingiustificata dalla volontà di far girare il titolo con un framerate alto su ogni macchina.

Oh mistico sedere, rivelami i tuoi segreti!
Giocando si sbloccano Chest che contengono Skin e altre
amenità puramente estetiche (per ora)
Se sui primi tre punti posso trovarmi d'accordo (ma sul terzo non mi dispiace affatto) ho invece trovato la grafica decisamente interessante sotto ogni punto di vista: character design (come ho già detto) molto curato e level design vario e movimentato, espresso da arene differenti fra loro in forma e dimensione, colori e situazioni, capaci di sfruttare la dimensione verticale dei personaggi in maniera divertente seppur non unica nel suo genere. Inoltre, trovo intelligente ed auspicabile l'interesse per i possessori di macchine non "al top", se chi invece può permettersi i gradi alti della "grafica" può, come in questo caso, godere di effetti di illuminazione ben realizzati, textures pulite, modelli poligonali perfetti ed una ricchezza di dettagli, intesi come oggetti visibili sullo schermo fra ambientazioni e personaggi, davvero notevole. Unica pecca: le mappe sono praticamente tutte INDISTRUTTIBILI, e perciò possono risultare vuote per alcuni, perdendo in immedesimazione. Ma glielo perdoniamo, dati gli ottimi effetti sonori e le azzeccatissime colonne sonore del gioco.


Arriviamo, alla fine di questo primo incontro con Overwatch, a parlare dell'aspetto veramente fondamentale di ogni gioco: Il GAMEPLAY. Immediato da imparare e nemmeno troppo ostico da padroneggiare. Essenziale è, certo, nel processo di apprendimento giocare con tutti i personaggi. Overwatch si allontana un poco dai ruoli classici dei videogames FPS multiplayer, pur persistendo le solite classi attacco, supporto e difesa (divisa in difesa "leggera", una via di mezzo con l'attacco diciamo, tipo i cecchini, e "pesante" con maestosi tankoni pieni di vita). A giocare un ruolo determinante nella gradevolezza del titolo è la semplicità dei comandi, che sfruttano (su pc) WASD per muoversi, E e Maiuscolo per gli attacchi speciali, Mouse destro e sinistro per schiacciare il grilletto e Q per scatenare una devastante MOSSA FINALE, unica per ogni personaggio, e capace di ribaltare le sorti della partita e farci guadagnare, spessissimo, il ticket come "MIGLIORE GIOCATA DELLA PARTITA". Con tanto di replay delle kill che ce la hanno valsa, sapete, per godersi un po' di pubblica gloria innocente.


IN CONCLUSIONE
Innocenti non sono certo gli sviluppatori della Blizzard invece, che certo hanno calcato la mano sugli aspetti mainstream di Titan per produrre un FPS frenetico e divertentissimo, pieno di gnocche da paura e personaggi in generale assolutamente interessanti, ruoli bilanciati ed una giocabilità accessibile ma "che premia" chi meglio riesce a destreggiarsi fra le abilità del proprio personaggio. Anzi, DEI PROPRI PERSONAGGI, dato che nel mezzo delle partite è possibile cambiare personaggio per ricoprire il ruolo che meglio si addice alla fase attuale. Laddove BATTLEBORN degli sviluppatori di Borderland, punta sull'ironia "copiata" dal fratello maggiore, e su una complessità di gameplay figlia della fusione con il genere MOBA, OVERWATCH la fa più semplice, tette, culi, pistole e frenesia per capirci, ed il risultato non dispiace, dato che soddisfa pienamente gli intenti degli ideatori. I loro sforzi, sotto questo punto di vista, sono ENCOMIABILI, perchè, ormai dovremmo arrivarci tutti, non è che le software house facciano beneficenza. Perciò, un gioco che sa piacere a coloro per cui è stato pensato, e che, senza timore di essere criticato, persegue il proprio obiettivo e segue il proprio corso, è raro da trovare oggigiorno. Perciò non si possono nemmeno fare troppi drammi per la mancanza della campagna, che se arrivasse come DLC non solo non mi stupirei, ma probabilmente la prenderei anche. L'amaro in bocca resta, certo, dato l'approfondimento a cui Blizzard stessa ci ha abituati fino ad oggi, e date le basi solide che i personaggi di Overwatch dimostrano di avere da un lato puramente narrativo. Ma, a ben pensarci, non avrebbe probabilmente reso OVERWATCH più appetibile di come lo è già ora per l'utenza a cui è dedicato, concentrato sull'obiettivo come un cecchino, e sicuro di colpire laddove può far più male/bene.

Guardate bene questo personaggio ora, perchè tanto in-game non lo vedrete più (se non lo bilanciano)
Staremo a vedere come sarà gestita in futuro la sua doppia essenza di "free to play" solo multiplayer, ma "a pagamento", formula che apprezzo certamente di più dei "freemium che si promettono gratis, per poi rovinare l'esperienza di chi non vuole spendere overpotenziando chi ha "i soldi dello zio Peppe". Per ora, OVERWATCH è quello che è nato per essere: non è "un gioco bello", non per tutti almeno. E', nè più nè meno, semplicemente una figata di sparatutto multiplayer.

E sì, lo è anche grazie al Fanservice.



GIOCARE (AMMICCO AMMICCO) PER CREDERE!

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