RECENSIONE-Patapon 1,2,3_PSP




















Parlare di un titolo come PATAPON mi mette seriamente in difficoltà, per varie ragioni. La prima è che personalmente lo adoro con tutto il cuore, non solo perchè sono un amante della grafica disegnata, della semplicità che esplode in una miriade di espressioni diverse, in un modo mille volte superiore ad un qualunque gioco con grafica HD 1080p in Blue-Ray. Non solo perchè, da musicista (eh già il vostro Boss si diletta con le note...non lo avreste mai detto eh? Allora leggete LA CHICCA DEL BOSS DI VENERDI' SCORSO!) la colonna sonora mi intriga e le sue infinite variazioni impostate sul tema centrale di un ritmo cangiante che influenza le azioni all'interno del gioco mi appaiono come una foresta di caramelle ad un bambino, dove vorresti fermarti a mangiare da ogni albero un dolce diverso, ma non puoi fermarti e sei costretto a prenderne uno ogni tanto, ammaliato al contempo dai colori che ti circondano.

Patapon 3 è decisamente il più epico della serie.
La seconda difficoltà, nasce dal fatto che non a tutti piacciono le caramelle, e persino gli amanti del dolce possono star male se ne mangiano troppe. Parlare di Patapon 1, come di Patapon 2 e 3 mi mette in una posizione difficile, perchè i naturali difetti che un gioco del genere presenta, uniti con il suo genere non esattamente mainstream, mi impediscono di attribuirgli quel 10 tondo tondo che vorrei assegnargli. Costretto ad essere obiettivo però, spero di riuscire ugualmente a trasmettervi l'amore sconfinato che sento per questo gioco, l'estremo sentimento di appagamento che provo quando, libero dalle fatiche quotidiane, posso rilassarmi, mettere le cuffie e gustarmi l'incredibile pucciosità e profondità di Patapon. Iniziamo! PATA-PATA-PATA-PON! PATA-PATA-PATA-PON! PATA-PATA-PATA-PON!....





















-QUELLA "COSA" CHE PIACE A TUTTI


E non sto parlando di quella "cosa" zuzzurelloni! Ma che considerazione avete del vostro Boss? La "cosa" a cui mi riferisco fa parte delle leggende che da secoli i Patapon tramandano di padre in figlio, occhi negli  occhi, cioè, volevo dire occhio nell'occhio. La trama di Patapon si basa proprio su queste leggende, che riportano alla luce il desiderio di rivalsa di un popolo posto sotto il giogo tirannico del destino, che aveva promesso loro un futuro prosperoso e felice, se solo avessero raggiunto fineterra, il luogo sacro dei Patapon, che nessuno ha mai visitato, dove viene custodita...quella "cosa". Così viene definito l'oggetto dei desideri di questi buffi occhioni animati, la "cosa", e tale rimane fino allo struggente finale del gioco. Una storia veramente bella, non c'è che dire, dove si mixano con un buon equilibrio di spinte ironia, la quale si sviluppa soprattutto sulla natura buffa dei Patapon, ben più di omini stilizzati. Anche i dialoghi sono spesso divertenti, non comici, ma gradevoli...specie quando il clima evolve modificandosi radicalmente, ed oltre alle  musichette spensierate raggiungono le nostre orecchie melodie più da "final fantasy", insomma meno vivaci e più profonde, accompagnate da preghiere dei Patapon a...noi, la loro divinità. Sì perchè all'inizio del primo e del secondo capitolo, saremo noi giocatori a firmare (letteralmente) un contratto da dio, che include nel prezzo il tamburo-guida spirituale del piccolo popolo guardone. Dopo poche percussioni, saremo ascoltati dai superstiti inviati in territorio ostile alla ricerca di artefatti divini, come il tamburo PATA che ci è stato donato. Ritrovato il tamburo PON, protetto sino allo stremo delle forze dai coraggiosi guerrieri, tenuti sino ad oggi in scacco dalle tribù dei rivali ZIGOTON, impareremo a muovere i nostri adepti lungo i livelli in due dimensioni, suonando il ritmo base della tribù, e scopriremo quanto i dolci nerini possano diventare cattivi ed aggressivi quando una determinata melodia li aizza e carica contro sfortunati avversari. Se sarete precisi a sufficienza da andare a tempo con la musica dieci volte di fila poi, scatterà in automatico la modalità "FEVER", durante la quale i Patapon saranno più resistenti agli attacchi, più veloci e, sostanzialmente, molto più forti del normale.

Questa è, in breve, la a laggenda come viene tramandata e raccontata nel primo e nel secondo episodio, forieri di epicità (se posso coniare il termine) come di noia per chi non sia un gamer a cui piace ripetere magari 4 volte lo stesso livello per potenziare le sue schiere. La somiglianza tra i primi due titoli poi, sia nella storia che in merito alla giocabilità, può essere considerata come un punto a sfavore ed uno a favore di Patapon, che si lascia giocare con tanta gradevolezza che chi lo ha amato non vede l'ora di rigiocarlo, quindi perchè non provare un secondo capitolo che, tutto sommato, rinnova il marchio senza perdere l'originale kawabonga? E così tra mille peripezie, immersi in atmosfere da ombre cinesi, giungiamo al terzo capitolo della saga, dove la minaccia di "QUELLO" incombe sui Patapon, rischiando di impedire loro la conquista di "QUELLA COSA". Catapultati dalle stelle al campo di battaglia, in Patapon 3 infatti, la trama si trasforma e noi non impersoneremo più una divinità, ma uno fra tre guerrieri sacri armati di lancia, spada od arco. Abbandonate le melodie tribali, il titolo rimane decisamente l'ibrido amato da tutti i fan, con squadre e combattenti, attrezzi e ricette per cucinare piccoli occhietti battaglieri, il tutto però accompagnati dallo stridere selvaggio delle chitarre elettriche ed il roboare profondo delle corde di un basso. PATA-PATA-PATA-ROCK!

-COME TI SUONO LA PSP


Sì, ma, direte voi, come funziona questa diavoleria di un miscuglio RPG, Strategy game, Rithm game e God game? Disambiguare la questione è facile come far avanzare le truppe:

>Il Rythm Game/ in quanto gioco musicale, Patapon si basa, ovviamente, sulla musica (capitan ovvio), più precisamente sul ritmo che la accompagna. La colonna sonora tribale infatti, oltre ad essere notevolmente evocativa, va ascoltata con attenzione, dal momento che noi, con i quattro pulsanti frontali della psp, dovremo suonare quattro tamburi in differenti combinazioni, che sortiranno effetti diversi sulle nostre schiere, come farli attaccare, renderli invulnerabili o farli avanzare verso la vittoria, ricorrendo al nostro potere divino usando miracoli e resuscitando i patapon caduti grazie al ricordo di loro che ancora aleggia sull'albero della vita. Difficile? Non troppo, ma calcolate che nei primi due episodi...non c'è la pausa! il che significa che non potrete fermarvi sino alla bandierina di fine livello. Avanti sino alla fine del mondo! Infilzate i feriti...

>Il GDR/ mi ostino a ritenere Patapon 1/2/3 giochi di ruolo per vari motivi, principalmente perchè impersoneremo il personaggio-divinità dei patapon, ed addirittura proprio un membro della tribù (in Patapon 3). Inoltre il gioco è pensato in modo da amplificare questa immersione nelle parti, con la frenesia che contraddistingue i momenti di gioco, seguiti dall'attenta pianificazione degli equipaggiamenti dei Patapon singoli che compongono l'esercito. In Patapon 3, il più vicino alla tipologia, è stato anche integrato un metodo per far crescere i combattenti, potenziarli, modificarli grazie a degli alberi genealogici appositamente studiati. E' inoltre possibile riciclare i vecchi esemplari scadenti, cosa che in Patapon 1 e 2 non è permessa.

>Lo Strategy Game/ ovvero un titolo in cui non si controlla un personaggio solo, ma si impartiscono comandi a più unità contemporaneamente. E' inoltre possibile personalizzare le schiere alleate con membri nuovi e più forti, più veloci o semplicemente più adatti a ricoprire il ruolo del cacciatore piuttosto che del soldato. Creare nuove truppe è intuitivo e divertente, ma non sprecate subito tutti i materiali che otterrete per fare dei super ciccionissimi guerrieri (che fra l'altro vi costeranno pure un occhio della testa e considerato che ne avete solo uno...). Aspettate fino a quando non avrete molte risorse e soldini, sbloccate alcune truppe avanzate et voilà! L'esercito perfetto è servito ;)


-"UN UOMO NELL'INGEGNO, NELLA SEMPLICITA' UN BAMBINO"                           _Alexander Pope_


Siamo sicuri che non stesse parlando della grafica di Patapon? Perchè la definizione calza a pennello. Tematiche altalenanti tra il serio e l'incredibilmente semplice, accompagnano, necessariamente, una grafica che, dalla sua apparente povertà, tira fuori dal cappello un mondo di vita e dettagli che, sommati, producono il bellissimo Patapon 1. L'espressione più truce e vendicativa che abbia mai visto è comunicata dal semplice abbassarsi della palpebra di ogni Patapon, un mondo intero è racchiuso in poche ombre attaccate come fossero di carta su di un cielo ora azzurro, ora rosso, ora ocra, mentre nuvole di pioggia o raffiche di vento, insieme con avversari e cacciagione, per non nominare la truppe ovviamente, donano vita e movimento allae creature che così possono vedere la luce del sole attraverso lo schermo vivido e luccivante della PSP. Uno spettacolo di semplice e riuscitissima genialità.

Infine, vorrei parlarvi del comparto sonoro, seppur con relativa brevità (volutamente). Come potrei infatti descrivere la tormenta di musicalità e dolcezza che si abbatte sul giocatore? Quante parole basterebbero per comunicarvi la profondità di ogni musica, che si fonde con l'azione e con l'ambiente in una maniera semplicemente unica? E poi non voglio togliervi il piacere di scoprire da soli se preferite gli evocativi ritmi in diretta dall'età della pietra oppure le violente scariche di adrenalina che sale quando in Patapon 3 parte la Fever. Geniali e complete, molto divertenti e spiazzanti, specialmente per i primi minuti di gioco. Che dico! Sono sempre spiazzanti! E come potrebbe essere altrimenti? Note di battaglia per piccoli omini neri con un occhio solo ed una spiccata predisposizione per il ritmo...accipicchia se spacca! Non dirò altro sulla musica di Patapon, anche perchè non c'è altro da dire. Bisogna smettere di parlare per ascoltare...


-AMARTI NON E' FACILE...


Proprio no. Bisogna avere nervi saldi e budella d'acciaio per resistere a tre giochi che ti impediscono di fermare l'azione, dei giochi dove reperire risorse è complicato quanto una equazione di 67578392076 grado, tre esemplari che ti rapiscono in un mondo a parte fino al punto che giocarli tanto per farlo non è ammissibile. Non giocherete a Patapon sulla tazza nè sull'autobus, non potrete tamburellare sui tasti in piedi o fare una breve sessione da 5 minuti e via. Patapon va gustato sulla poltrona o sul divano, sul letto magari, dopo aver fatto pipì ed aver portato la nonna dal dottore, con le cuffie professionali sulle orecchie e la porta chiusa. E' difficile apprezzare un gioco così di nicchia, così strano ed atipico, così tremendamente semplice e contemporaneamente così orribilmente intricato e durevole (anche se il terzo è stato semplificato, probabilmente per renderlo più accessibile. Ad esempio in Patapon 1 e 2, la FEVER si interrompe quando sbagliate una sequenza di note. Nel terzo venuto, avremo a disposizione 2 errori). Patapon merita di essere nella TOP TEN della PSP di tutti i tempi anche per la sola ragione di aver strappato consensi a valanga per via della sua unicità e spensieratezza, per via della facilità con cui ruba un sorriso nelle giornate cupe pur senza scoppiare di colori e pixel, per il suo essere la trilogia che ha stregato milioni di persone in tutto il mondo. E' difficile amare Patapon, è vero, ma è altrettanto facile adorarlo per quello che è: un gioco che crea dipendenza XD. Da giocare con cautela, seguire la ricetta, se ingerito consultare un medico...di corsa! Non grida al miracolo:  i miracoli te li fa fare!
Giocare (Chaka-Chaka-Pata Pon! Difesa!) per credere!



Commenti

  1. Come potevo non commentarlo?! Finalmente grazie a questa ottima recensione sono riuscita a capirci qualcosa xD diciamo che lo avevo visto solo ad un ragazzo che ci giocava e mi aveva incuriosito molto sembra tremendamente adorabile e carino! spero prima o poi di poterci giocare, grazie!

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