A quanto pare la razionalità ha vinto sulla foga...ed avete deciso di utilizzare la vostra energia costruttivamente, per esplorare la stanza in cui vi trovate...vediamo se avete fatto bene!
CAPITOLO 1 –Seconda Parte-
-Scintille
nel buio-
Ora che la stanza è illuminata dal debole tepore sprigionato dalla
sfera di fotoni, posso finalmente guardarmi intorno, osservare la stanza e fare
un quadro della situazione…insomma decidere il da farsi. La magia che ho
evocato è molto semplice e l’energia luminosa che ho accumulato non durerà
molto a lungo. Con essa potrei facilmente sfondare la porta della mia prigione…ma
quanta energia mi rimarrebbe dopo? Dunque se utilizzassi il 30% della sfera mi
rimarrebbero circa…ma ipotizzando che…sommando la distanza che mi separa dall’obbiettivo…dannazione,
mi servirebbe una calcolatrice. Cervello, parliamoci chiaro, non hai bisogno di
fare dei calcoli per accorgerti che siamo ancora distesi a terra vero?
Accidenti, non voglio tornare al buio…chissà se e quando arriverà un’altra
possibilità…ma non posso fuggire, ci sono troppe incognite da valutare. Devo
fare…quella cosa, non ho scelta. Anche se odio questa formula, è l’unico modo
per evitare che la luce della sfera attiri l’attenzione di qualcuno fuori dalla
porta. Mi distendo sulla schiena, con fatica, le mie ossa scricchiolano come
grano sotto una macina, il pavimento bagnato e freddo sotto di me non è il più
comodo dei giacigli, ma tanto non devo dormire. Muovo la sfera dalla mia mano
alla punta del mio naso, non è faticoso, basta modificare leggermente la
formula di mantenimento materico che sostiene i fotoni e li ferma in uno stato
di movimento continuo ma racchiuso in una forma. Complicato a dirsi, ma una
volta imparato non lo si scorda più…evidentemente direi! Metto le braccia
incrociate sul petto, con le mani prendo le spalle e distendo le gambe. Devo
fare in fretta, basta un errore nel processo e rischio di morire soffocato.
Chiudo gli occhi e cerco la sfera con la mente, la individuo, quindi la faccio
scivolare lungo le narici e poi…la ingoio. E’ bollente cavolo! Devo assorbirla
subito o rischio di perdere la concentrazione. Mi ritroverei al buio, ancora
più stanco e con lingua, palato ed esofago ustionati. Che bella prospettiva.
Così mi concentro ancora più intensamente, e deglutisco, ancora, ancora, ancora, mentre
sento scendermi l’energia condensata nella gola, poi nel petto, non ce la
faccio più, devo respirare! Un altro sforzo dai! Deglutisco un’ultima volta e,
finalmente, riesco a percepire il calore della sfera dentro al mio stomaco. Ormai
respiro a fatica, ansimo, ma sono cosciente ed il più è fatto. Metto i palmi
delle mani nel punto preciso in cui la sento, sulla pancia, quindi sciolgo l’incantesimo
di contenimento. In un decimo di secondo, sento sparire il bruciore alla gola
ed alla lingua, il torpore, la stanchezza ed ogni altra sensazione, come se
galleggiassi nell’aria, che dico, nel nulla, cieco e sordo allo stesso tempo. Poi
riapro gli occhi e mi alzo di scatto. Mi guardo intorno e la stanza è come
illuminata a giorno, mentre sento scorrere dentro di me l’energia della luce,
come se fossi immerso in una cascata che, invece di cadermi addosso, precipita
verso il soffitto a partire dai miei piedi. L’incantesimo di assorbimento è
riuscito. Più è grande l’energia, più è difficile accumularla, e tuttavia lo
sforzo ha portato i risultati sperati: ho recuperato le forze completamente, le
mie ferite più superficiali sono guarite e per un po’, riuscirò a vedere anche
al buio. Tiro un sospiro di sollievo, per un attimo ho temuto di non farcela!
Ora però, ho molta più luce da sfruttare e non sono più a terra poi! Esamino la
stanza: grande poco più di 4 metri quadrati, alta almeno 2 metri e tutta
solidamente costruita in indissolubile roccia nera. Ora che ho assorbito tutta
quella luce, tutti i miei sensi sono acuiti, non solo la vista, e sento
distintamente la differenza fra i passettini degli scarafaggi sul pavimento ed il
rimbombo elegante dei passi di quel ragno che fa la tela sul soffitto. Odio
anche te aracnide! Raccolgo la borsa di pelle da terra, quella che conteneva il
messaggio ed il tozzo di pane, che si rivela ammuffito e pieno di vermi. La
puzza di muffa raggiunge il mio naso sensibilizzato dall’acuita percezione dell’esterno
e devo soffocare un conato di vomito. Poi decido di leggere le scritte incise
sul pezzo di carta. Recitano una poesia:
Splendono i soli
Brilla la luna
Danziamo nel vento
Ingannando le stelle.
L’ombra dell’essere
Non fa paura!
Splendono i soli
sull’anima pura.
Ho appena finito di leggere l'ultimo verso, le mie labbra si stanno chiudendo sull'ultima sillaba, lo sguardo e la mente rivolto verso la pagina ingiallita di tela rovinata, sono fermo in un lasso di tempo congelato in sè stesso, e me ne accorgo, sento che qualcosa è cambiato, qui, ora, adesso. In un lampo, un flash mi
attraversa la vista, perdo le forze, gli occhi sbarrati nel vuoto, il potere che avevo assorbito si disperde come nebbia, il foglio cade lentamente a terra, con una giravolta, no, due si posa lento vicino a me, cado sulle ginocchia. Le gocce che precipitano dal soffitto si bloccano a mezz'aria, il ragno smette di tessere, ogni rumore, ogni vita, ogni cosa è immobile. Tutto tranne me. Le braccia cadono inermi lungo i fianchi, il mio cuore batte forte, di più, di più, ora senmbra impazzito.Le vedo, davanti a me,
volteggiare, incontrarsi e toccarsi, saranno un’allucinazione? Le vedo davvero? No, sono lì, davanti
a me, centinaia, che dico, migliaia di scintille che risplendono nel buio.
1) [CERCA DI ASSORBIRE L'ENERGIA LUMINOSA DELLE SCINTILLE]
2) [INTERAGISCI CON L'ENERGIA LUMINOSA]
3) [Altro]
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