-LA CHICCA DEL BOSS- No ai Videogiochi, sì a Valsoia

"ManHunt" è stato aspramente criticato...vedete bene il perchè...
Esistono molti tipi di videogiochi, generi diametralmente diversi tra loro, con target differenziati e fette di mercato proprie. Fra tutte queste tipologie differenti, esistono anche i Videogames con contenuti NON ADATTI AI MINORI, ovvio, come esistono film che persino al cinema non sono visibili da under 14, under 16 o anche under 18. In questo caso particolare, non stiamo parlando di contenuti sessualmente espliciti, sebbene anche loro abbiano avuto i loro problemi fra moralisti di ogni sorta e uomini di chiesa che si sono pronunciati contrari alla presenza di simili contenuti in determinati paesi. Il problema di cui mi accingo a discutere è quello della VIOLENZA che presenterebbero alcuni videogames attualmente in commercio. 
Io questo lo metterei su alcuni programmi TV...
Nonostante il caso sia stato studiato attentamente, riportando studi su studi su studi che affermano la non collegabilità dei contenuti violenti nei videogames con correlabili atteggiamenti nella vita reali di soggetti studiati per un lungo periodo di tempo, la cui aggressività è ricollegabile più con altri fattori quale la predisposizione familiare per lo stress o anche l'ambiente poco tranquillo in cui vivono, dimostrando anzi che l'evasione offerta in un momento di violenza simulata allevierebbe proprio lo stress alla base di simili comportamenti, esiste sempre un signorotto americano/italiano pronto a far partire una crociata contro i Videogames. Come dimenticare quando il Vaticano si oppose all'uscita in Italia dei primi giochi Pokemon, arrivando ad asserire che il nome non si riferisse a dei POCKET MONSTERS ma a dei POCKET DEMON (lol)? In simili circostanza quindi è impossibile non notare con facilità che spesso gli oppositori si arrampicano sugli specchi, ponendo problemi inesistenti e non correlati con adeguati studi scientifici. Ciò che invece è dimostrato, è che, come molte delle cose che l'uomo fa e produce, i videogiochi POSSONO DARE DIPENDENZA, e non in senso figurato. Negli ultimi anni sono nate molte nuove dipendenze legate alla tecnologia, come la dipendenza dalle SLOT MACHINES, la dipendenza da FACEBOOK e da INTERNET in generale, che si verificano qualora il passare del tempo praticando una delle citate attività non è più uno svago, ma un bisogno, un morboso desiderio di fare solamente e monotematicamente una sola attività. La dipendenza da VIDEOGAMES è una delle neo arrivate, ed è estesa principalmente in America, dove giocare a giochi come WOW (World Of Warcraft) per alcuni sostituisce la vita reale, come accade anche ad alcuni giocatori di REAL LIFE, il famoso gioco/social network. Il problema va diffondendosi a macchia d'olio ed alimenta le lamentele di tutti i sapientoni che anzichè cercare di risolvere il problema costruttivamente, cercano soluzioni distruttive e proibitive, come se vietare la vendita di un Videogames potesse effettivamente limitarne la diffusione o come se inserire una scritta come "WARNING: Exposure to violent video games has been linked to aggressive behavior", cioè "Attenzione: l'esposizione ai videogiochi violenti è stata collegata al comportamento aggressivo" potesse fermare un giovane che ha deciso di comprare un videogames vietato agli under-18.  Come sempre, il problema è spostato verso l'oggetto, piuttosto che verso le persone. E' più facile dire che "mio figlio è violento per colpa dei videogiochi" piuttosto che "mio figlio è violento perchè io non lo ascolto mai e lo ignoro, gli faccio fare ciò che vuole, bere, fumare e non lo seguo nei suoi studi, non guardo mentre gioca e non so nemmeno a cosa giochi, gli faccio guardare la televisione da solo e non gli dò mai una carezza, non li sgrido perchè gli voglio bene e tutto questo perchè ho paura che lui non me ne voglia più. Mio figlio è violento per causa mia." Scaricare le responsabilità non ha mai funzionato. Nemmeno nei videogiochi.

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